La sensualità visiva dei contorni, degli spazi fra le dita e delle convoluzioni del piede lo rendono un organo di associazione erotica. In più, il piede è una delle parti più sensibili del corpo e contiene migliaia di recettori. Queste terminazioni nervose forniscono al cervello non solo informazioni sul dolore o sulla temperatura (come la pelle in qualsiasi altro punto del corpo), ma anche il senso della pressione e della posizione del corpo; è proprio per questi “terminali” nervosi che la sensibilità del piede spesso sfocia nella sensibilità al solletico.
In The sex life of the foot and shoe (La vita sessuale del piede e della scarpa), William Rossi dice:
Il piede umano possiede una sessualità naturale il cui potere ha influenzato sensibilmente persone di ogni cultura nel corso della storia… La scarpa non è semplicemente una protezione per il piede e nemmeno una fantasiosa decorazione. Serve principalmente come un “rivestimento sessuale” per la naturale caratteristica erotica dei piedi. La moda delle calzature è essenzialmente arte “podoerotica”.
Le forme di “fissazione” (non vorrei chiamarli “feticci”, ndT) che riguardano piedi e scarpe sono l’elemento di novità sessuale più comune. Sempre Rossi cita un diffuso editore di una rivista fetish:
Quando abbiamo iniziato a pubblicare la nostra rivista sulle fissazioni sessuali, ci aspettavamo di coprire l’intero range. Ma il feedback ci ha fatto capire velocemente che gli appassionati di piedi e scarpe superavano qualsiasi altra categoria almeno di un rapporto tre a uno.
Havelock Ellis, nei suoi Studies in the psychology of sex (Studi sulla psicologia del sesso), afferma che “di tutte le forme di simbolismo erotico, fa più frequente è quella che idealizza il piede e la scarpa”.
Guardatevi intorno. Ovvi segni dell’enfasi sessuale del piede e delle scarpe sono ovunque. Un solo esempio è la scarpa col tacco, lucida, di colore intenso, aperta sul tallone. Spesso anche il davanti della scarpa è aperto, rivelando e mettendo in rilievo le dita e (per così dire) il décolleté del piede.
Secondo Freud la scarpa è “un simbolo dei genitali femminili”. La scarpa è sempre stata associata alla fertilità, al matrimonio, al romanticismo. Bere vino o champagne dalla graziosa scarpetta dell’innamorata è un ben noto simbolo di romanticismo. L’usanza di legare delle scarpe all’auto degli sposi novelli è simbolo dell’unione sessuale: innumerevoli versioni di questa usanza sono presenti in diverse culture.
Secondo William Rossi, gli stessi piedi sono responsabili dell’immagine erotica dell’intero corpo umano. La posizione eretta e la conseguente deambulazione su due arti anziché quattro hanno creato la postura così come la conosciamo, portando in evidenza seno, addome e bacino. Si sono create zone erogene ed elementi visuali di sex appeal. Questa posizione ha reso possibile all’uomo, caso unico in natura, l’accoppiamento in posizione frontale. Gli stimoli visuali e la continuità dell’eccitazione sessuale segnarono l’inizio delle nostre fantasie psicosessuali.
Freud discute di come il ruolo dell’odore come stimolante sessuale negli animali sia stato rimpiazzato nell’uomo dagli stimoli visivi. E’ stato il nostro passaggio alla camminata su due arti che ci ha letteralmente elevato da terra, quindi è come se avessimo un’innata sensazione che i piedi siano in qualche modo responsabili di tutto ciò e della nostra sessualità.
Florenz Ziegfeld, le cui bellissime showgirl hanno impreziosito i palcoscenici degli anni Venti, prima di assumerle le guardava camminare sui tacchi alti dietro uno schermo bianco, osservando quindi solo le loro silhouette. “Prima di vederle in volto, voglio vedere come camminano. C’è più sensualità nel modo di camminare che non in un volto o addirittura nell’intera figura”.
Gypsy Rose Lee, la Regina dello spogliarello degli anni Trenta e Quaranta, conosceva il potere delle scarpe con i tacchi alti. Non sarebbe mai andata sul palcoscenico senza un magnifico paio di scarpe.
Il tacco alto e la posizione che fa assumere ai piedi è un forte stimolo sessuale. I piedi sono flessi lungo il plantare e non perpendicolari alla gamba come sarebbero in posizione rilassata. Questa è la posizione che si usa per enfatizzare i piedi in ogni foto da pagina centrale (centerfold) o copertina. La stessa posizione si ottiene anche nell’accavallamento sexy delle gambe in cui un piede si flette provocante in avanti. L’estensione dei piedi, con le dita che “puntano” in una direzione, soprattutto abbinata ad un movimento circolare, è un forte segnale che dice “sono disponibile”.
Nelle donne, uno degli attributi legati alla sessualità è avere piedi piccoli. Il piede piccolo e delicato è lodato nel mondo delle calzature così come in letteratura. La favola di Cenerentola promuove le virtù del piede piccolo come un simbolo di femminilità e desiderabilità sessuale. Con centinaia di versioni presenti in tutto il mondo, questa favola si è spesso avvicinata alla letteratura erotica. Sono stati i fratelli Grimm che l’hanno “addomesticata” per i bambini.
Una delle versioni più antiche di questa favola risale all’antico Egitto. Una bellissima ragazza di nome Rhodopis stava facendo il bagno nel Nilo, quando un’aquila scese in picchiata, prendendo una delle sue graziose scarpe e volando verso Menfi. L’aquila depositò la scarpa ai piedi del re Psamtik, che si riempì di passione per la proprietaria della scarpetta. Visualizzò la sua immagine con desiderio lascivo. Ossessionato dal pensiero della ragazza, il re viaggiò in lungo e in largo attraverso il suo regno, provando la scarpetta sui piedi di giovani fanciulle finché non trovò Rhodopis e la sposò. La Terza Piramide di Giza testimonia questa unione.
Nell’Europa del XVII secolo, Perrault scrisse un’altra versione della favola di Cenerentola. Questa versione conteneva espliciti riferimenti erotici, molti dei quali andarono persi nella traduzione dal francese. William Rossi dice che l’immagine del piedino che entra nella scarpa di pelliccia (non di vetro, come è stato erroneamente tradotto!) ha un simbolismo fallico. “L’unione romantica del principe e di Cenerentola è simbolizzata sessualmente dall’unione suggestiva del piede (il fallo) con la scarpa di pelliccia (la vagina)”.
Una versione cinese della favola di Cenerentola, risalente al IX secolo, potrebbe aver dato origine all’usanza cinese della fasciatura dei piedi come estrema forma di erotismo del piede. Dice sempre Rossi: “Se da un lato i Cinesi si concentrarono sulla deformazione fisica del piede per sottolinearne la sensualità, in Europa e in America le donne fanno da secoli la stessa cosa calzando scarpe il cui stile e forma niente hanno a che fare con la forma naturale del piede, con tacchi alti che forzano alterazioni nell’intera figura, con scarpe dalla suola rigida che limitano la naturale funzionalità del piede, scarpe con lacci e stivali che impediscono la corretta circolazione, e zeppe che mettono a repentaglio la stessa vita 🙂 “.
Tuttavia le donne continuano a trarre piacere dall’indossare scarpe che inebriano la psiche degli uomini. Sopportano il dolore in virtù della soddisfazione di essere sessualmente più desiderabili.
Il movimento di emancipazione femminile inizialmente tentò di intaccare questo podomasochismo autoinflitto e per qualche tempo le scarpe dal tacco basso (o senza tacco) furono di moda. Le comode scarpe da ginnastica venivano indossate anche sul posto di lavoro. Queste, tuttavia, erano in aperto conflitto con la natura erotica del piede.
La donna manager si rese conto velocemente che non aveva alcun problema a fare il lavoro di un uomo, ma capì anche di non essere psicosessualmente a proprio agio camminando in un paio di scarpe da uomo. Quindi siamo ritornati ai giorni in cui le scarpe calzano la psiche, non i piedi.